Quando pensiamo ad un brand come Apple, Barilla o Ferrari la prima cosa che ci viene in mente è un valore: design, famiglia, lusso.
Questo valore viene percepito in questo modo perché l’identità del brand è studiata e pensata attorno a questi valori. Tutta la sua comunicazione si sviluppa e cresce intorno alla sua identità.
Anzi alle sue identità. Quelle con cui il brand si racconta.
Vuoi sapere quali?

Lavorare sull’identità del proprio marchio è un lavoro fondamentale. Lo si fa all’inizio, quando si parte, ma è un aspetto che va curato in modo continuativo e che rimane costante nel tempo.
È come un vademecum, qualcosa da tenere a mente sempre quando si lavora al marketing e alla comunicazione online del proprio business perché crea quel fil rouge che pian piano genera la consapevolezza dell’identità del brand.

Ma ti parlavo delle identità (plurale) del brand.
Sì, perché viene raccontato in molti modi, su molti canali, e per avere una omogeneità e raccontarsi in modo distintivo queste identità vanno definite in modo chiaro.
Vanno quindi delineate da subito le sue identità: quella visiva e quella verbale.

Come ti racconti online?
Ti racconti con una serie di immagini e con un linguaggio.
Questi due canali di comunicazione devono andare a braccetto in modo armonioso.

Identità visiva

La prima cosa che ci si preoccupa di avere è un logo.
Molto probabilmente tu hai un logo o un segno distintivo che usi per identificare il tuo business.
Ma l’identità visiva non riguarda solo la creazione del logo per il tuo brand.
Sì, è importantissima e magari sei stata brava e hai collaborato con un professionista che si è fatto raccontare tutto della tua idea e ha preparato per te un logo pensandolo ad ampio respiro.
Ma anche tu devi pensare alla tua immagine non solo come un segno grafico ma come una sensazione che la tua comunicazione visiva nel suo complesso deve dare.
Si tratta perciò di definire una palette di colori, un modello, uno standard visivo per le foto che farai e pubblicherai di volta in volta (anche tenendo conto della strategia che hai scelto di seguire, ad esempio su Instagram) e più in generale del “tono cromatico” che vuoi dare al brand.

Immaginatelo come una persona:
Come si veste?
Che caratteristiche fisiche ha?
È un uomo o una donna?
È alto o basso?
È biondo o moro?
Ha i capelli lisci o ricci?
Immaginati il brand come se diventasse un avatar e mettigli addosso delle sensazioni che vuoi suscitare “a colori”.

Vuoi dare il senso di ordine?
Magari una ragazza alta, nordica, capelli biondi e occhi azzurri, vestita con un paio di jeans chiari e un soffice maglione color panna, con delle ballerine color tortora, degli orecchini semplici (delle perle?) e il viso pulito rendono l’idea.
Che stile rappresenterebbe questa sensazione?

O magari vuoi trasmettere creatività?
E allora magari è una ragazza castana, capelli mossi, mediterranea, che passa le sue giornate con una t-shirt bianca e una salopette in jeans, magari sporca di colori perché dipinge (è un’artista) e lavora nel suo studio suburbano pieno di luce, con tele e bozzetti appuntati alle pareti.
Che colori la potrebbero rappresentare?

L’identità visiva si basa su questo, su come trasmettere le sensazioni legate al tuo brand a chi ti vede attraverso input visivi. È un’identità da creare e curare costantemente, perché sono i piccoli dettagli che delineano le sensazioni e basta un aspetto “fuori tono” e si rischia di rendere inefficace tanto lavoro speso nel resto della tua comunicazione. Lavoro speso magari nella tua identità verbale!

Identità verbale

E ci raccontiamo anche, e soprattutto, con le parole.
Ci sono alcune parole chiave per il brand. Parole che rispondono alla tua missione, al tuo operato, all’obiettivo del tuo lavoro.
Vanno assolutamente identificate e vanno tenute presenti sia da un punto di vista di marketing che di strategia (in ottica SEO ad esempio).
Ma l’identità verbale non si basa solo sulle parole che usi, ma anzi è soprattutto il tuo linguaggio con cui racconti chi sei. Quello che chiamiamo Tono di Voce.

Di questo tema ne ha fatto un cavallo di battaglia Valentina Falcinelli di Pennamontata  che con il suo ultimo libro, “Testi che parlano”, è la pioniera del tono di voce italiano.
Stabilire un manuale di tono di voce per il proprio brand è tanto importante quanto raro purtroppo, eppure è quel qualcosa che fa fare un salto di qualità grandissimo alla comunicazione del tuo brand. Soprattutto se al tuo business, e alla tua comunicazione, lavorano più persone che nei loro messaggi (anche nella semplice mail) devono tenere presente l’identità verbale ed il tono di voce che deve avere una comunicazione fatta dal brand.

Magari fino ad ora hai lavorato da sola, ma se un domani avessi un’assistente? O una dipendente che sbriga per te le questioni più pratiche, mail comprese?
Queste persone parlerebbero a nome del brand ed è perciò importante stabilire un tono di voce adeguato, in armonia con l’identità complessiva del marchio.

La terza identità

Ma all’inizio ho parlato di valori, ti ricordi?
Apple, Barilla, Ferrari. Design, famiglia, lusso.
Bene.
Prima di parlare di “definire le identità” vanno assolutamente chiariti i valori del brand.
Tutta la tua comunicazione e la definizione della anzi delle identità parte da questo.
Quindi prima di qualsiasi altra cosa va fatto un profondo lavoro di branding, anche supportata da una professionista se necessario, perché tutta la tua comunicazione nasce e parte da questo.

Quindi c’è un’altra identità da tenere in considerazione: la tua identità valoriale.
Se hai ben chiaro chi sei come brand, in cosa credi e perché lo fai allora hai tutto quello che ti serve.
Il ‘la’ per iniziare a scrivere la tua identità armoniosa.
Senza sapere questo è prematuro lavorare alla definizione di un’identità comunicativa e finirebbe per creare confusione sia nella tua comunicazione che nella tua offerta.
E se un cliente o potenziale cliente ti scopre ma non ha da subito la sensazione di un brand con un’identità chiara, ma di un brand “confusionario” è molto probabile che deciderà di cercare altrove ciò che cerca.

 

5 Condivisioni