Un’altra cosa che spesso sento dire a chi vorrebbe iniziare a fare marketing e farsi conoscere online è questo: “Ho paura di sbagliare” e per questo motivo rimandano e rimandano l’inizio del loro progetto o la loro promozione online.

Parlando con loro spesso scopro che c’è un’idea dell’errore completamente sproporzionata e una ricerca spasmodica della perfezione.

Forma vs Sostanza

Nel tempo mi sono resa conto che esistono due categorie di persone: quelle orientate alla forma (quelle che spulciano riga per riga, lettera per lettera ogni testo che leggono) e quelle orientate alla sostanza (che si concentrano più sul contenuto che stanno leggendo e che se anche trovano una piccola sbavatura, chiudono pure un occhio).
Non penso che ci sia una categoria migliore di un’altra, dipende più che altro da che tipo di persone siamo.

Certo, la perfezione e l’assenza di errori è apprezzabile. È decisamente segno di cura e professionalità, tuttavia “essere delle professioniste” non significa essere perfette, ma aver accumulato esperienza e competenze riguardo a qualcosa.
La perfezione è sicuramente qualcosa verso cui tendere, ma siamo anche umani e può succedere di sbagliare, farsi sfuggire un refuso o prendere la decisione sbagliata.
Non abbiamo nemmeno una sfera di cristallo!

La paura di sbagliare quindi è comprensibilissima. Tutti la proviamo, soprattutto se lavoriamo a qualcosa a cui teniamo.
Tuttavia dobbiamo anche accettare che sbagliare (prima o poi) è inevitabile. Ma lo sbaglio, a mio avviso, non è fermarsi all’errore di per sé e colpevolizzarsi perché si è sbagliato.
Ormai è fatta, inutile stare a recriminare per qualcosa che poteva andare meglio. Prendiamo atto dell’errore, accettiamo il fatto che non siamo infallibili e andiamo avanti.
L’errore più grandi, infatti, non è commettere uno sbaglio, ma farsi fermare da questo.

Non siamo i nostri errori

Può sembrare la classica frase motivazionale (e in parte lo è), ma noi non siamo i nostri errori.
La prima volta che ho sentito qualcuno dire questa frase ho provato immediatamente un senso di sollievo. Io per prima, infatti, sono sempre stata una persona super attenta alla forma. Quando mi sfuggiva un errore, dicevo una sciocchezza o mi rendevo conto di aver intrapreso la strada sbagliata finivo sempre per colpevolizzarmi, per svilirmi. Per alcune persone (più spesso donne) è più facile attaccare il proprio valore come persone quando si commette un errore con la conseguenza di affossare, volta dopo volta, la nostra autostima e fiducia in noi stesse.
Però, no – scrivetevelo, non siamo i nostri errori.

L’errore non ci toglie valore

Farci sfuggire un refuso in un testo non toglierà la bontà del contenuto, non intaccherà la sostanza di ciò che stiamo comunicando. Distrarrà, quello sì, ma noi ci giudichiamo molto più severamente di quanto non farebbe chi leggendo quel testo noterebbe l’errore (oppure no) e andrebbe avanti lo stesso.

Non lasciamo che la paura di commettere errori ci impedisca di scrivere, di raccontarci.
Il perfezionismo lascia spazio a questi blocchi.
Molte persone dicono “Se non lo so fare bene non vale la pena che io lo faccia” e perdono l’occasione di migliorare, di crescere, di fare esperienza.
Non abbiamo veramente idea di quante persone, che oggi consideriamo bravissime, all’inizio del loro progetto non lo fossero affatto, di quanti errori hanno commesso e di quanto hanno imparato facendoli, correggendoli e lavorando su ciò che non sapevano fare alla perfezione.
Si dice “la pratica rende perfetti” per un motivo.

Facciamolo lo stesso

La professionalità è come una piantina che va continuamente annaffiata.
Con lo studio, con la pratica. Anche con l’errore.
E con un’altra cosa: con l’azzardo.

È importante osare, buttarsi anche quando si pensa “Ma cosa vado a fare? Non lo so fare bene”. Buttarsi fa parte della crescita. Ci può andare bene, ma ci può andare anche male.
E va bene così. Va bene lo stesso.
Sembra un gioco di parole, ma sbagliare non è uno sbaglio.
Certo, non dobbiamo procedere senza la paura di commettere errori. Accettare che siamo fallibili non significa “buttarsi a casaccio, che al massimo se va male almeno ci ho provato”. Dobbiamo tutti tendere alla perfezione, ma dobbiamo anche essere coscienti che la perfezione è qualcosa di veramente difficile da raggiungere. Che siamo umani e che se sbagliamo non è la fine del mondo perché un po’ di paura è sana, ma troppa paura invece no.

Quindi facciamolo lo stesso, anche se potremmo sbagliare, anche se abbiamo paura, anche se non ci sentiamo pronti. Facciamolo lo stesso. Buttiamoci.
E se sbagliamo, va bene, vuol dire che ci riproveremo in un’altra maniera.
Crescere vuol dire questo, non far sempre tutto giusto.

Si può sempre fare di meglio

Se non si è capito, io sono più un tipo da sostanza più che forma.
Ho iniziato a fare un sacco di cose anche se non avevo idea di come farle e molte cose le ho imparate strada facendo. Le lezioni più importanti le ho avuto sbattendo il naso contro l’errore e capendo come non rifarlo più.

La sfida è sempre questa quando si vuole essere un professionista in qualcosa.
Non ci si considera mai completamente un professionista perché c’è sempre qualcosa di nuovo da provare, da imparare, da sperimentare.
C’è sempre qualcosa che ci mette alla prova, che ci spinge fuori dalla nostra zona di comfort.
Iniziare ad esporsi online è così se non lo si è mai fatto prima. È uno stimolo ad andare oltre.
C’è sempre modo di fare meglio, di migliorarsi, anche quando si fa un buon lavoro. Ho sempre apprezzato la frase di chiusura di “Passione Podcast” di Andrea Ciraolo (se non sai chi è, vai a scoprirlo) e te la voglio lasciare qui anche io come stimolo a non aver paura di commettere errori:

Chi sa fare, fa. Chi non sa fare, impara.

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