Ho parlato di branding nel post della settimana scorsa e di come fare marketing ti aiuti a definire la propria identità di brand.
Nella lista dei consigli che davo mettevo il branding al primo posto.
Perché? Perché lavorare sul proprio branding (o personal branding) è il primo passo da fare quando si decide di fare marketing e comunicazione online per bene.

Cos’è il branding?

Possiamo far ricadere sotto il cappello di “branding” tutte quelle attività che mirano a mettere in luce il cuore del tuo business:

  • Cosa ti spinge a fare quello che fai o il tuo perché,
  • I valori su chi si fonda il tuo lavoro,
  • Il problema che risolvi e come lo risolvi,
  • Cosa ti distingue dagli altri che fanno la stessa cosa.

Questi quattro aspetti vengono trovati ed espressi in parole chiare grazie a:

  • Vision
  • Mission
  • Slogan
  • Manifesto

Non solo. Lavorando sul branding si va a identificare chi sono le persone a cui ti rivolgi e quali sono i loro bisogni. In breve individui il tuo cliente ideale, quello che aspiri ad avere perché è colui che puoi aiutare meglio con i tuoi prodotti o servizi. Prodotti e servizi che vanno a collocarsi su un mercato, quello composto dai tuoi concorrenti, nel quale ti vai a inserire anche tu. In fase di branding stabilisci dove ti collochi e quindi qual è il tuo posizionamento sul mercato.

Mission e vision

Perché fai quello che fai?
Quando si vanno a definire mission e vision si stabiliscono in modo chiaro e forte quali sono i pilastri fondanti del nostro brand perciò la cosa migliore è partire dal perché fai quello che fai. Come diceva Simon Sinek nel suo libro.

Per VISON si intende la visione del cambiamento che vorresti portare nel mondo con il tuo lavoro.
Chiediti: che cosa vuoi ottenere nel futuro? Chi o cosa vuoi che il tuo brand diventi?

Per MISSION invece si intende il modo nel quale tu vuoi portare quel cambiamento. La mission è molto legata al tuo perché e a come vuoi metterlo in pratica.
Domandati: per quale motivo la tua attività esiste? Perché l’ho creata? Queste sono le prime (e più importanti) domande da farsi quando si lavora sul branding della propria attività, che se ruota attorno alla tua immagine e alla tua presenza online si definisce personal branding.

Slogan e manifesto

Per slogan intendiamo quella frase, quell’insieme di parole, che deve far avvicinare il cliente. Deve incuriosirlo, convincerlo a volerne sapere di più. Deve usare le parole giuste, vicino al problema che ha il tuo cliente ideale e che tu puoi risolvergli.

Per manifesto invece intendiamo un testo che comunichi con parole chiare, forti, evocative cosa spinge il brand a fare quello che fa. È un documento ad alto contenuto valoriare, nel quale deve emergere la filosofia di base del brand.
Può essere un testo discorsivo, può essere un elenco, può essere un collage di parole. Non c’è un format definito riguardo a come un manifesto dovrebbe essere, perciò largo alla creatività e alla fantasia. L’importante è che resti fedele al suo scopo ultimo: trasmettere con forza il credo del brand. Ciò che sta dietro ogni singola scelta e parola usata. “Ma, servono?”.
Slogan e manifesto spesso vengono messi da parte, ma in realtà servono.
Non tanto al nostro pubblico. Servono a noi, per avere le idee chiare. Per realizzare quali parole risuonano per il nostro brand, quelle da usare per trasmettere la sua personalità, il suo carattere.
Quindi, servono? Servono se non hai le idee chiare. Scriverli ti costringe a trovare le parole giuste, il tono di voce giusto. E se invece le idee le hai chiare… poco ti cambia a metterle nero su bianco.

Il tuo pubblico

Una parte fondamentale del lavoro sul branding consiste nel capire con chi stai parlando.
A chi ti rivolgi con i tuoi prodotti o servizi?
Che problema hanno, che tu risolvi?

Quando comunichiamo con il nostro pubblico non comunichiamo con tutti.
Non ci rivolgiamo a tutti, ma invece andiamo a parlare con le persone giuste, quelle che hanno bisogno di noi. Quelle che possiamo aiutare con il nostro lavoro e che più possono trarne vantaggio.
Si tratta perciò di definire e identificare il nostro cliente ideale.

  • Chi è il cliente ideale?

Non si tratta di una persona reale. Si tratta di un individuo tipo che potrebbe rientrare nell’insieme di persone che potremmo aiutare. Qualcuno che potrebbe apprezzare il nostro stile, la nostra personalità, il modo con cui ci prefiggiamo di risolvere il suo problema, di soddisfare il suo bisogno.

  • A cosa ci è utile?

La comunicazione, in estrema sintesi, è un processo per cui una persona parla con un’altra persona. Delineare un identikit del nostro cliente ideale, immaginarcelo in carne ed ossa, ci aiuta a comunicare molto meglio di quanto non faremmo senza avere idea di chi sia il nostro interlocutore.

Il posizionamento del tuo brand

E infine un altro aspetto che con il lavoro sul branding ci aiuta a fare: capire dove ci collochiamo sul mercato.

Ci è utile per capire (e ricercare) gli altri attori sul nostro palco.
Chi sono i nostri concorrenti? E come si posizionano?
Per “posizione” intendo il valore economico che ha il loro lavoro.
Definire i nostri prezzi infatti significa dare un valore al nostro lavoro. Il prezzo giusto deve rispecchiare la tua professionalità, la tua preparazione, la tua bravura, certo. Ma non solo.
Il prezzo del tuo lavoro ti posiziona anche sul mercato rispetto ai tuoi concorrenti.
Definire il proprio posizionamento (e stabilire i propri prezzi) infatti racconterà molto anche della tua identità e del valore di ciò che offri ai tuoi clienti ideali.

In conclusione

Come dicevo la settimana scorsa, lavorare sul proprio branding è solo l’inizio del grande lavoro che si andrà a fare per costruire la propria identità di brand e la propria personalità. Tuttavia è un lavoro imprescindibile se si decide di avviare un’attività e creare il proprio business online.
Si tratta infatti di un lavoro fondamentale, il primo nel quale concentrarsi prima di iniziare a fare marketing. Ecco perché è importante farlo meglio che si può.
È ciò che dico alle persone che mi chiedono aiuto nella definizione della loro identità di brand, con Polaris.

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