
Cos’è la brand identity
Nel lavoro sulla propria strategia di marketing se si è agli inizi, l’impostazione dell’identità di brand è la prima cosa su cui viene suggerito di lavorare.
(altro…)Nel lavoro sulla propria strategia di marketing se si è agli inizi, l’impostazione dell’identità di brand è la prima cosa su cui viene suggerito di lavorare.
(altro…)Fare comunicazione significa, molto banalmente, parlare a qualcuno. Trasmettere un messaggio a qualcuno. Quindi comunicare è una cosa piuttosto semplice, naturale, ma per comunicare bene se si è un brand bisogna fare una cosa prima di tutto: capire con chi stai parlando.
(altro…)Ho parlato di branding nel post della settimana scorsa e di come fare marketing ti aiuti a definire la propria identità di brand.
Nella lista dei consigli che davo mettevo il branding al primo posto.
Perché? Perché lavorare sul proprio branding (o personal branding) è il primo passo da fare quando si decide di fare marketing e comunicazione online per bene.
Ci sono persone che sono portate per fare marketing.
Per loro sembra naturare promuoversi, lanciarsi, esporsi al mondo.
Ci sono altre persone che invece si fanno bloccare dalla paura, dalla timidezza.
Pensano che il marketing sia qualcosa che a loro non serve, credono che fare bene il loro lavoro basti ad innescare il passaparola (positivo) e ritengono che il marketing in qualche modo “sporchi” e snaturi la genuinità del loro lavoro.
La differenza tra coloro che si promuovono con tanta facilità e coloro che invece non lo fanno è una: i primi sanno cosa significa fare marketing, i secondi non sanno da che parte cominciare.
(altro…)Linkedin: Il social per i professionisti
Dopo aver parlato di Instagram e Facebook è il turno del social dei professionisti.
Linkedin è il principale social network a carattere professionale. Una piattaforma dedicata agli utenti che vogliono parlare del proprio lavoro, dei temi ad esso collegati e che vogliono conoscere altri professionisti con il quale avviare discussioni legate a questo aspetto della loro vita.
Negli ultimi anni Linkedin è cresciuto velocemente, diventando uno strumento molto utile per cercare e trovare lavoro.
Molti sono gli utenti che spulciano tra i vari annunci in cerca di nuove opportunità e collaborazioni.
Pensare a Linkedin come un luogo dove cercare unicamente lavoro però è riduttivo, perché come già detto Linkedin è soprattutto un social network. Come ogni social infatti il suo potenziale sta nelle connessioni che si creano tra i vari utenti.
Di come scegliere i canali social, di strategie, dei vantaggi e svantaggi dei vari social media e di come integrarli nella propria comunicazione parlo nella mia nuova rubrica SocialTips.
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Diversi professionisti popolano questa piattaforma e il vero potenziale di Linkedin, in breve, sta proprio in questo.
Curare il proprio profilo, mostrare e dimostrare le proprie competenze e creare rete è il motivo principale per cui un professionista dovrebbe scegliere di essere su questa piattaforma.
Su Linkedin non si mostrano prodotti, non si vendono articoli, non si condividono video di gattini e non si spolliciano i post come non ci fosse un domani.
Su Linkedin si mostra la propria professionalità, si dimostra la propria serietà e passione per il proprio lavoro, si consigliano contenuti di valore dopo averli valutati e dopo averne condiviso i punti di vista.
Un atteggiamento completamente diverso da Facebook o Instagram che hanno invece come scopo quello di intrattenere.
Il profilo di Linkedin appare un po’ come se fosse un curriculum vitae (e lo è), ma non raccoglie solo l’elenco delle tue esperienze lavorative, di ciò che hai studiato e delle scuole che hai frequentato.
Ti permette di inserire un riepilogo, che ha lo scopo di raccontarti e presentarti in poche righe, e di elencare qui le tue competenze, che possono essere confermate da coloro che hanno lavorato con te. E raccoglie le tue attività recenti, come post pubblicati, condivisi e commentati. Questo per mostrare a chi visita il tuo profilo i tuoi interessi e le tue opinioni riguardo ai temi che ti piacciono.
Come già detto, la forza di Linkedin sta nella rete. È infatti piuttosto semplice mettersi in contatto, tramite messaggio privato, con un determinato professionista. Questo tipo di interazione è molto importante, molto più rispetto ad altri social, perché da questo tipo di messaggi è molto probabile che possano nascere offerte di lavoro concrete o richieste di collaborazioni serie anche con brand molto prestigiosi.
Linkedin è la piattaforma perfetta per permettere a questo tipo di relazioni di nascere e realizzarsi. Per questo, quando si chiede di collegarsi tra professionisti è buona norma scrivere due righe di presentazione e non inviare semplicemente la richiesta di collegamento. Ciò che si vuole ottenere da questo legame è un contatto ed è quindi molto più efficace iniziare da subito avviando una conversazione.
Ci sono numerosi gruppi di discussione per ogni settore e tema di nicchia. Su Linkedin la possibilità di condividere risultati lavorativi e successi è facilitata dal tipo di pubblico, che richiede questo tipo di contenuti. Una nuova avventura imprenditoriale, un nuovo impiego, una nuova idea business, un dibattito riguardo al tema del momento sono esattamente il tipo di contenuti che interessano agli utilizzatori di Linkedin.
In breve, Linkedin è il posto perfetto dove lavorare al proprio personal branding, sia come dipendente che come libero professionista.
Si deve considerare Linkedin come una grande “vetrina di professionisti”, grazie al quale si può trovare un nuovo lavoro, fare rete con altri colleghi, attrarre potenziali clienti o valutare eventuali fornitori.
E se si è un’azienda e non solo un professionista? C’è la pagina aziendale.
Utile per gestire team di dipendenti e collaboratori, condividere post o articoli e ovviamente per fare pubblicità.
La pubblicità su Linkedin, va detto, è molto più costosa rispetto a Facebook, Instagram e social della casa Zuckerberg.
Questo proprio per la portata della piattaforma nel quale gireranno gli annunci e il tipo di pubblico, fortemente interessato anche ai contenuti sponsorizzati.
Chi sceglie di essere presente su Linkedin?
Chi lavora come dipendente (nonostante le remore che alcuni possono avere, in quanto “essere su Linkedin” spesso indica anche il guardarsi intorno nel mercato del lavoro e questo può avere delle ripercussioni nelle dinamiche interne all’azienda attuale), gli imprenditori che sono sempre attenti alle tematiche di mercato e spesso navigano molto su questo social anche grazie al network di contatti internazionali e i liberi professionisti che lavorano con altri liberi professionisti.
Insomma tendenzialmente il B2B, ma non solo.
La variabile, come sempre, è il target al quale ci rivolgiamo, perciò anche per questo social vanno fatte una serie di considerazioni prima di decidere se integrarlo nella propria comunicazione o meno.
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Lavorare sulla propria comunicazione è importante,
al giorno d’oggi bisogna essere presenti online per farsi trovare e bisogna
pensare anche al marketing e curare il nostro brand online, bla bla bla.
Siamo tutti d’accordo.
Ma… quando arrivano i risultati?
Siamo tutti online per un motivo, uno soltanto. Del
resto non paghiamo le nostre bollette con i like i follower.
Siamo online e strutturiamo le nostre strategie marketing per vendere.
Pianifichiamo i nostri calendari editoriali per vendere. Scriviamo post e
articoli sul blog non per far vedere quanto siamo bravi o quanto ne sappiamo ma
perché vogliamo avvicinare il nostro cliente ideale, guadagnarci la sua fiducia
e convincerlo ad acquistare un nostro prodotto o servizio.
Sì o no?
Bene. Detto questo, c’è modo e modo di fare le cose.
Il bello è che siamo tutti diversi.
Anche se lavoriamo sulle stesse cose.
Siamo tutti diversi e quindi siamo liberi di trovare il nostro stile, la nostra voce, la nostra identità.
Siamo liberi di vendere il nostro modo di essere e lavorare oltre al nostro prodotto o servizio.
E va da sé che questo essere diversi ci costringe a pensare alle nostre strategie e a valutare i nostri risultati in modo soggettivo, senza confronti e senza paragoni.
Ogni viaggio è a sé e quindi ogni valutazione del lavoro svolto deve essere fatta guardando solo il nostro, con i paraocchi verso il mondo alzati quel po’ che basta a non farci venir la fregola e dire “Ma quello ha avuto risultati migliori dei miei” (perché non sappiamo che lavoro ha fatto in precedenza quell’altro a cui ci riferiamo, ma soprattutto perché non siamo quell’altro).
E che risultati vogliamo dal nostro lavoro sulla comunicazione?
Ma ovviamente vogliamo (vendite) contatti.
Nulla di più generale.
Il punto è che proprio perché ogni viaggio è a sé, anche ogni risultato ottenuto in quella specifica fase del nostro viaggio è a sé (se siamo all’inizio non possiamo aspettarci i risultati di chi è nel settore da anni!). Quindi è importante capire, in fase di stesura della strategia, che tipo di obiettivi possiamo raggiungere.
Conoscete il metodo
S.M.A.R.T., riferito agli obiettivi da darsi con la propria strategia?
Peter Drucker, ideatore del metodo S.M.A.R.T., dice che per stabilire se un
obiettivo è valido deve soddisfare 5 criteri.
Deve essere:
S – Specific, specifico
M – Measurable, misurabile
A – Achievable, raggiungibile
R – Realistic, realistico
T – Time based, temporizzabile
Quando stabiliamo i nostri obiettivi in questo modo abbiamo un metro su misura per misurare i nostri risultati, se abbiamo scelto gli obiettivi giusti.
Se abbiamo lavorato bene per definire che tipo di obiettivi vogliamo ottenere con quell’azione, non avremo problemi a capire che tipi di risultati ci potrà dare.
Quindi stabilire da subito gli obbiettivi giusti è fondamentale per poter interpretare correttamente i risultati che si ottengono. Stabilire gli obiettivi giusti infatti è uno dei punti fondamentali di una strategia di marketing e comunicazione (tra l’altro se ti serve una mano a stendere la tua ti posso dare una mano anche io; puoi dare un’occhiata qui o contattarmi via mail).
Se siamo all’inizio della nostra attività, stiamo lanciando il nostro nuovo sito web e stiamo facendo conoscere la nostra nuova pagina Facebook è chiaro che non ci possiamo aspettare di realizzare delle vendite vere e proprie fin da subito.
Certo dipenderà anche da che tipo di bene o servizio vendiamo, ma anche vendendo bigiotteria da € 3,00 sarà difficile ottenere delle vendite da subito.
Perché il tuo pubblico ancora non ti conosce, non ha maturato una fiducia in te.
In termini markettari, non è ancora caldo.
Insomma, quando iniziamo a lavorare sulla nostra comunicazione, soprattutto se prima di allora non l’abbiamo fatto o non l’abbiamo fatto per bene (stabilendo una strategia e i suoi obiettivi) dobbiamo essere coscienti che i risultati che otterremo vanno valutati in base al giusto contesto.
Che siano like, commenti, follower, messaggi privati, visualizzazioni al sito o alla landing page al quale vogliamo far arrivare il nostro pubblico, dobbiamo tenere a mente che i risultati sono soggettivi, che non possiamo paragonarli a nessun altro e che sono solo l’inizio di un viaggio unico e personale che richiederà tempo. E pazienza.
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo sui social grazie ai pulsanti che trovi qui sotto e fammi sapere se anche tu per valutare i tuoi obiettivi usi il metodo S.M.A.R.T.
Sono molto diversi i motivi che ci spingono verso la libera professione.
Che sia per vocazione o necessità però, tutti noi dobbiamo tenere presente che per riuscire a trasformare il nostro hobby in un vero lavoro quello che ci serve è un perché.
Questo, semplicemente questo: un perché.
Ma non è un “semplice” perché.
(altro…)
Quando pensiamo ad un brand come Apple, Barilla o Ferrari la prima cosa che ci viene in mente è un valore: design, famiglia, lusso.
Questo valore viene percepito in questo modo perché l’identità del brand è studiata e pensata attorno a questi valori. Tutta la sua comunicazione si sviluppa e cresce intorno alla sua identità.
Anzi alle sue identità. Quelle con cui il brand si racconta.
Vuoi sapere quali?
(altro…)
Ci sono cose che fanno veramente la differenza e possono cambiare drasticamente il tuo atteggiamento verso a qualcosa.
Verso il lavoro che stai facendo o verso la vita in genere.
Nel marketing il concetto di mission è un concetto basilare.
In breve, la mission è il modo in cui un’attività mira a realizzare la propria visione del mondo (la vision).
Diciamo che mentre la vision è più “astratta” (es. vorrei un mondo più pulito) la mission è decisamente più legata al lavoro che fa l’attività (es. creare una linea di abbigliameno ecosostenibile, più resistente all’usura del tempo e con tessuti di origine naturale).